Svuotano le casse dell’azienda, due imprenditori denunciati per bancarotta fraudolenta nel Trevigiano

Focus della Gdf sul fallimento di una catena di negozi di abbigliamento. Accertati prelevamenti di cassa, sottrazione di crediti e ingiustificati pagamenti.

Treviso – Nel mirino delle Fiamme gialle due imprenditori, domiciliati nella Marca, che hanno portato al fallimento una catena di negozi di abbigliamento trevigiana, impresa con un volume d’affari annuo di circa 2 milioni di euro, che impiegava 20 dipendenti e possedeva 11 punti vendita distribuiti tra le province di Treviso, Trieste, Udine, Gorizia e Reggio Emilia.

I due responsabili sono stati denunciati alla Procura di Treviso per bancarotta fraudolenta patrimoniale. Le indagini hanno avuto origine dal fallimento della società dichiarato nel corso del 2020 dal Tribunale di Treviso, su istanza dell’Agenzia delle Entrate, dopo che l’impresa era stata trasferita in provincia di Foggia per far perdere le proprie tracce dai luoghi in cui aveva operato fin dalla costituzione nel 2011.

In particolare, due sono le condotte contestate agli indagati nella gestione della catena di negozi, in dissesto almeno dal 2014 a causa del mancato pagamento di debiti tributari e contributivi pari a 250 mila euro. La prima riguarda l’aumento del volume dei debiti da 1,3 a 2,4 milioni di euro tra il 2014 e il 2020, senza chiedere l’ammissione della società agli strumenti legali di risoluzione della crisi aziendale; la seconda è relativa a distrazioni patrimoniali per 1,1 milioni di euro avvenute tramite una lunga serie di artifizi contabili per a drenare risorse finanziarie in favore degli amministratori.

    Grazie agli accertamenti dei finanzieri, che hanno incrociato gli estratti conto bancari e le scritture contabili della società fallita, è stato possibile ricostruire i principali atti di gestione aziendale, individuando indebiti prelevamenti di cassa, la sottrazione di crediti verso clienti e ingiustificati pagamenti verso altre società gestite dagli stessi indagati.

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