“L’ho ucciso per rubargli le cuffie”. Confessa l’assassino di Manuel Mastrapasqua

Daniele Rezza, 19 anni, anche lui di Rozzano come la vittima, si è consegnato agli agenti della Polfer ad Alessandria: “Ho un peso addosso. Ho ammazzato una persona”.

Milano – Un incontro fatale e casuale tra due giovani che hanno vissuto per anni ad un chilometro l’uno dall’altro senza mai incrociarsi. La prima e ultima volta che è accaduto, la notte di venerdì scorso tra le 2.55 e le 2.57 in viale Romagna a Rozzano, periferia sud di Milano, ci è scappato il morto.

Manuel Mastrapasqua, 31 anni, torna a casa dal lavoro, in un supermercato di via Farini a Milano. Ha staccato a mezzanotte, poi la metropolitana e il tram fino a Rozzano. Scende tre fermate prima per fare due passi e intanto chattare con la fidanzata che abita in Liguria: l’ultimo messaggio la ragazza non lo riceverà mai. Mentre scrive gli si para davanti Daniele Rezza 19 anni, tuta nera, cappellino bianco e un coltello: “Dammi qualcosa” gli intima, poi gli strappa le cuffie. Manuel lotta, se le riprende e allora Daniele lo accoltella e fugge con il bottino: ha ucciso per un paio di cuffie che on line si acquistano a 14.99 euro. Manuel viene ritrovato agonizzante da un pattuglia di carabinieri di ronda. Sarà tutto inutile: i primi soccorsi come la corsa disperata all’ospedale Humanitas deve Mastrapasqua muore.

Daniele Rezza la notte dell’omicidio

Daniele Lezza, il suo assassino, torna a casa in viale Campania, a Rozzano. Incrocia il padre ma fa scena muta. Racconta tutto ai genitori quando si sveglia. Ai carabinieri diranno di non avergli creduto. Ieri mattina il padre lo accompagna alla stazione di Pieve Emanuele dove Daniele prende un treno per Alessandria. “Volevo fuggire in Francia” dirà agli inquirenti. Ad Alessandria supera una verifica casuale tra i passeggeri arrivati da Milano. Gli chiedono i documenti, inseriscono i dati nel terminale, glieli restituiscono. 

Daniele fa qualche passo, poi si ferma, ritorna dagli agenti della Polfer e confessa: “Ho un peso addosso. Ho fatto una cazzata a Rozzanoho ucciso una persona”. Sono le 12.20 di ieri: il giallo si chiude così come è cominciato, con una fuga improbabile dopo un delitto che le parole di Daniele non riescono a spiegare. Ripete tutto davanti agli inquirenti milanesi, ma è impossibile dare un senso ad un assassinio per un paio di cuffie da quindici euro. Eppure Daniele insiste: “L’ho fatto per rubargli le cuffie”. E ancora: “Era stata una brutta giornata, ero nervoso”. Niente che possa dissipare il senso di tragica inutilità di un gesto che in due minuti ha spezzato la vita di un 31enne che tornava dal lavoro e parlava con la sua ragazza, mentre a casa lo aspettavano la sorella e la madre.

Se anche fosse arrivato in Francia, la fuga del killer avrebbe avuto vita breve. Grazie alle telecamere di sorveglianza della zona, i carabinieri avevano già evidenziato la figura di Daniele Lezza, immortalato mentre si muoveva da viale Campania, dove abita, fino a viale Romagna. In un frame gli inquirenti notano il riflesso del coltello che il 19enne infila alla cintola della tuta. Non aveva ancora un nome, ma sarebbe stato questione di ore. Sarebbero saltati fuori anche i precedenti del giovane: una denuncia per furto da minorenne e una tentata rapina a 18 anni.  

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