Palermo, si allarga l’inchiesta su Daniela Lo Verde, la preside anti-mafia: altri 17 indagati

Sequestro di 20mila euro a carico degli insegnanti che avrebbero attestato lo svolgimento di attività di formazione mai realizzate.

Palermo – Si amplia l’inchiesta che, nell’aprile del 2023, ha portato all’arresto per corruzione e peculato di Daniela Lo Verde, preside dell’istituto comprensivo “Giovanni Falcone” nel popolare quartiere dello Zen a Palermo nota per il suo impegno nelle battaglie antimafia, e del suo vice, Daniele Agosta. I due furono accusati, tra l’altro, di aver sottratto pacchi alimentari acquistati con fondi europei, destinati alla mensa dell’Istituto.

Oggi, la Procura Europea di Palermo, che ha proseguito con le indagini, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo per 11 persone. Il provvedimento, disposto dal giudice per le indagini preliminari su richiesta dei pubblici ministeri Gery Ferrara e Amelia Luise, è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Palermo. I reati contestati includono falso, truffa e induzione indebita.

L’operazione, denominata “La Coscienza di Zen-O”, in riferimento al quartiere Zen di Palermo dove si trova la scuola, ha svelato un giro di interessi illeciti che coinvolgeva, oltre alla preside, anche altri insegnanti e collaboratori scolastici.

Le indagini hanno mostrato come Lo Verde e il suo vice, con la complicità di insegnanti e personale scolastico coinvolti in progetti Pon finanziati con fondi europei, attestassero lo svolgimento regolare di attività che in realtà non venivano mai realizzate o completate solo parzialmente.

In particolare, sono stati segnalati diversi episodi in cui gli insegnanti avrebbero falsamente certificato la loro presenza e quella degli alunni, apponendo firme false. Le somme sequestrate rappresentano il profitto ottenuto indebitamente dai sospettati per i loro ruoli retribuiti di esperti o tutor. Oltre ai sequestri su 11 conti correnti, per un totale di circa 20.000 euro, sono stati emessi altri 6 avvisi di garanzia, per un totale di 17 indagati.

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