Il segretario nazionale Magi e il deputato Della Vedova: “Sono contributi che alcuni nostri candidati hanno ricevuto secondo le regole”.
Roma – Dopo la notizia dei dem finanziati dalla no profit “Agenda” vicina a Soros, esce fuori che con oltre un milione di euro il magnate ungherese naturalizzato americano risulta tra i principali finanziatori di Più Europa, il partito fondato da Emma Bonino nel 2017 e ora guidato da Riccardo Magi. Spulciando l’elenco delle dichiarazioni congiunte sottoscritte da donatori e beneficiari e indirizzate alla presidenza della Camera dei deputati, si scopre che nel 2022 Soros ha staccato cospicui assegni a favore di sei esponenti del partito per sostenere la campagna elettorale del loro movimento alle ultime politiche, quelle del settembre di due anni fa. Aiuti che non sempre sono andati a buon fine. Non tutti i beneficiari dei contributi economici, infatti, ce l’hanno fatta a superare la prova del voto: solo Magi e Benedetto Della Vedova sono riusciti ad approdare in Parlamento.
Carlo Calenda (leader di Azione, ex alleato di Più Europa prima della rottura ad agosto di due anni fa con la coalizione di centrosinistra guidata dal Pd) aveva dato la notizia del finanziamento del miliardario di origini ungheresi. Della Vedova confermò i soldi, spiegando di aver ricevuto oltre 300mila euro. Nel 2022 non fu solo l’allora segretario di Più Europa a incassare un contributo diretto: per l’esattezza 312mila euro ‘come contributo di provenienza estera autocertificato dal candidato’. Stessa somma (312mila euro), infatti, fu versata anche a Magi, all’imprenditore agricolo Giordano Masini, membro della segreteria di Più Europa, e a Simona Emanuela Anna Carolina Viola. La tesoriera del partito Carla Taibi ha beneficiato di 260mila euro mentre Anna Maria Corazza Bildt (moglie dell’ex ministro svedese Carl Bildt) di 100mila euro.
Contattata dall’Adnkronos, Più Europa rivendica politicamente il finanziamento di Soros spiegando che non c’è stata nessuna contropartita, né palese né occulta, per il sostegno ai candidati alle politiche, bensì una nota, consolidata e duratura condivisione dei valori politici liberali e democratici e una comune visione europeista fondata sui diritti umani e civili e lo Stato di diritto. “Sono contributi che alcuni nostri candidati hanno ricevuto secondo le regole, pubblicati sul sito della Camera in base alla legge, che non solo confermiamo ma che rivendichiamo”, assicurano in una nota congiunta il segretario nazionale Magi e il deputato Della Vedova.
Dal 2019, in Italia i partiti e i movimenti politici non possono ricevere finanziamenti dall’estero, ma il divieto non vale per i singoli candidati se ottengono un contributo diretto. La cosiddetta legge spazza-corrotti approvata a fine 2018 dal primo governo Conte ed entrata in vigore il 31 gennaio del 2019 ha modificato la normativa specificando che i “partiti e i movimenti politici non possono ricevere contributi da governi o enti pubblici di Stati esteri“; da “persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia” e da “persone fisiche maggiorenni non iscritte nelle liste elettorali o private del diritto di voto”. Di conseguenza, a partire dalla fine di gennaio 2019 i soggetti esteri, come l’imprenditore statunitense Soros, non possono finanziare i partiti politici italiani, mentre sono regolari le dazioni di danaro fatte direttamente.
In ogni caso Soros il “magnate filantropico” sostiene da tempo i “valori europeisti” attraverso la sua Open Society (e rete di organizzazioni ad essa legata). Qualcuno ha sollevato più e più volte dubbi sulla reale “filantropia” delle elargizioni: non è che in Italia ed in Europa, i magnati filantropici stiano in realtà condizionando la politica e le sue decisioni, in aperta violazione proprio dello ‘Stato di diritto’, della ‘Democrazia’ e dei ‘diritti umani’?