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Corruzione al porto di Livorno, interdetti 4 imprenditori e 3 società

Un dipendente pubblico, abusando del suo ruolo istituzionale di RUP (responsabile unico procedimento) nell’ambito dell’affidamento di lavori di manutenzione inerenti il porto di Livorno, avrebbe indotto imprese compiacenti a fornirgli dei favori.

Livorno – La Guardia di Finanza labronica ha dato esecuzione a un provvedimento emesso dal tribunale locale, che dispone la misura interdittiva del divieto di temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di 12 mesi, nei confronti di 4 persone fisiche e 3 giuridiche, nonché il sequestro preventivo per equivalente per un importo di 8.410 euro nei confronti di un funzionario pubblico (in pensione dal dicembre 2022 dall’autorità portuale), quale prezzo/profitto del reato di induzione indebita oltre che illecito amministrativo da reato per le società.

Secondo le indagini svolte dalle Fiamme Gialle, con il coordinamento della procura della Repubblica di Livorno, il dipendente pubblico, abusando del suo ruolo istituzionale di RUP (Responsabile Unico Procedimento) nell’ambito dell’affidamento di lavori di manutenzione inerenti la struttura portuale livornese, avrebbe indotto imprese compiacenti a fornirgli indebite utilità/beni (es. riparazione autovettura e imbarcazione privata).

Il porto di Livorno

Peraltro, per contabilizzare i costi necessari ai fini del pagamento della contestata corruzione, le società avrebbero fatto ricorso a fatture per operazioni inesistenti, inserendole nelle loro rispettive contabilità.

I militari del locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno raccolto prove documentali e dichiarazioni di persone informate sui fatti, che, secondo l’accusa, hanno messo in luce le condotte illecite contestate dall’autorità giudiziaria inquirente. Al termine delle perquisizioni e degli interrogatori delegati dal pubblico ministero, gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

I finanzieri hanno proceduto al sequestro preventivo per equivalente delle somme detenute sui conti correnti dell’indagato, fino all’importo disposto dal tribunale, quale prezzo/profitto del reato di induzione indebita.

Doveroso precisare che si tratta di indagini preliminari per cui le odierne contestazioni dovranno poi essere verificate nel corso del giudizio.

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