I periti confermano: impronte su fogli di acetato inutilizzabili per l’estrazione del Dna. Attese novità dal frammento di tappetino e dai tamponi di Chiara Poggi.
Pavia – Non emergono elementi genetici utili dalle quasi 60 impronte contenute in oltre 30 fogli di acetato esaminati nell’ambito della nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, il cui corpo fu trovato nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. La conferma arriva dai periti incaricati del maxi incidente probatorio, che hanno replicato in laboratorio le analisi, giungendo alla stessa conclusione anticipata dai consulenti delle parti: nessun profilo genetico è estraibile per eventuali comparazioni.
Solo un singolo foglio ha restituito una traccia sospetta – forse saliva – su cui verranno ripetuti gli esami, ma anche in quel caso le possibilità di estrarre Dna sono minime.
Il procedimento, che ruota attorno alla figura di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, proseguirà con nuove attività il 4 luglio. Sono in programma campionature per analisi genetiche sui tamponi effettuati su Chiara Poggi al momento dell’autopsia, sulle tracce di sangue non analizzate nel 2007, sul frammento del tappetino del bagno e su un pelo o capello rinvenuto tra i rifiuti della casa.
Nessun ulteriore esame, invece, verrà effettuato su un cucchiaino già analizzato all’epoca e sul quale fu rilevato Dna appartenente a Chiara.
I primi risultati delle nuove analisi sono attesi per la prossima settimana. Intanto, si attende anche una decisione da parte dei periti, prevista già per venerdì, sulle modalità con cui verrà affrontata la lettura dei dati documentali relativi al Dna trovato sotto le unghie di Chiara. Secondo una consulenza dell’accusa, si tratterebbe del profilo genetico di Andrea Sempio, ma una perizia del processo ad Alberto Stasi aveva giudicato quel materiale non leggibile né comparabile. Ora i periti dovranno valutare se oggi, con tecniche più avanzate, possa esserlo.