Il Tribunale di Locri applica la legge Severino dopo la condanna a 1 anno e mezzo per falso. Lucano: “Presenteremo ricorso, continuerò a fare il sindaco finché non sarà definitiva”.
Mimmo Lucano, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra diventato simbolo dell’accoglienza diffusa, è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Riace dal Tribunale di Locri. La decisione arriva in applicazione della legge Severino, a seguito della condanna a un anno e mezzo per falso pronunciata nel processo “Xenia”, relativo alla gestione dell’accoglienza dei migranti nel piccolo comune calabrese.
La Prefettura di Reggio Calabria, dopo la condanna, aveva presentato un ricorso civile ritenendo Lucano ineleggibile. E ora i giudici hanno accolto la richiesta, ritenendo che anche un solo episodio di falso, in quanto compiuto nell’esercizio di una funzione pubblica, basti a far scattare la decadenza.
Lucano non si arrende: “Resto sindaco finché la sentenza non è definitiva”
«La resistenza continua. Ormai ci ho fatto l’abitudine. E non mi arrendo», ha commentato Lucano. L’ex sindaco ha annunciato appello contro la sentenza, sottolineando che continuerà a esercitare le funzioni di primo cittadino fino all’eventuale conferma in Cassazione.
Lucano ha ribadito la sua posizione anche attraverso i suoi legali, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta, secondo i quali il reato contestato non rientrerebbe pienamente nei casi previsti dalla legge Severino. La norma, sostengono, richiede non solo la condanna, ma anche una verifica concreta dell’abuso dei poteri o della violazione dei doveri pubblici.
Battaglia legale e politica
Nel dettaglio, la condanna per falso riguarda una delle 57 delibere oggetto dell’inchiesta. Su 19 capi d’imputazione originari, Lucano è stato giudicato colpevole solo per uno, ma tanto è bastato per far scattare la legge Severino.
Il Tribunale ha motivato la decisione affermando che il reato “non può che concretizzarsi nell’esercizio delle funzioni pubbliche e in violazione dei doveri legati alla carica”. Una posizione che la difesa contesta, parlando di interpretazione estensiva e sproporzionata.
«L’unico reato che mi può essere contestato è di aver proposto una soluzione umana», ha dichiarato ancora Lucano. «Contro una narrazione che vede i migranti come nemici, a Riace sono stati cittadini preziosi. Questa sentenza è ingiusta e la impugneremo».